La Libia non è un porto sicuro #ApriteiPorti #LibyaIsNotSafeZone

Mentre i Ministri dell’Interno europei discutevano di immigrazione, quello italiano intratteneva il pubblico da Barbara D’Urso. Mentre si riuniva il Consiglio dei Ministri, lo disertava per litigare con i gabbiani in diretta Facebook. Mentre l’antimafia chiedeva un’audizione sull’operato degli Interni, in merito a illeciti su l’approvazione di leggi proprio in seno alle Infrastrutture, preferiva dileggiare…

#SalviamoliTutti

#SalviamoliTutti Ci sono persone in pericolo di vita a largo della Libia le cui richieste disperate di soccorso sono state ignorate anche dalle navi commerciali che li hanno incrociati a pochi nodi dalle piattaforme petrolifere, nell’assenza di imbarcazioni, governative o non, per poterli trarre in salvo. A bordo una donna in travaglio. Un uomo è…

Umanità Vs immunità

Il ministro dell’interno Matteo Salvini chiede di non essere processato per aver sequestrato i rifugiati della nave #diciotti, mentre impunemente continua a impedire lo sbarco di 47 persone a Siracusa, reiterando lo stesso comportamento che i magistrati vorrebbero accertare e punire. Chiede di non essere processato accampando scuse vergognose e diffamatorie che mettono sotto accusa…

Toccare il fondo

“Apri i porti ritornano i morti” dichiara Matteo Salvini sulla strage di migranti a largo di Tripoli: tre i superstiti su 120 persone affogate. Incolpa le ONG associandole agli scafisti per questa ennesima strage, con il solito retorico video messaggio, ma non scamperà così al giudizio della storia, con artefici di marketing di basso livello,…

SIAMO TUTTI SULLA STESSA BARCA (a braccia aperte, colpevoli di solidarietà)

#OpenArms #AvecBenoit Vorrebbero vederci inermi, senza speranze, impauriti, succubi di una “sindrome di accerchiamento”, alimentata ogni giorno con nuovi attacchi, nuovi fantasiosi elementi contro chi cerca di salvare vite, come in mare così in terra. Dopo i tentativi di estorsione della guardia costiera libica per i salvataggi, il carosello politico e giudiziario nostrano invece di…

I nuovi schiavi

“Disumana.” È questa la parola che Zeid Raad Al Hussein, Alto commissario dell’Onu per i diritti umani, ha scelto per definire la politica migratoria italiana e europea. Dopo aver ascoltato i resoconti degli osservatori delle nazioni unite, ha parlato di “oltraggio alla coscienza dell’umanità”, accusando le parti in causa di non aver fatto nulla per…

La mano sulla coscienza

Stasera, 26 settembre, il ministro Minniti sarà alla Città dell’Altra Economia, a Testaccio, per la Festa dell’Unità. Un passaggio obbligato del tour elettorale dopo la visita e gli applausi a scena aperta ricevuti ad Atreju, la kermesse di Fratelli d’Italia.
Giornalisti, ONG, osservatori indipendenti e migranti hanno testimoniato cosa avviene in Libia, quali sono le reali condizioni nei centri di detenzione dove i migranti sono bloccati: un vero e proprio inferno.
E nonostante questo, si continua ancora a morire nel mare nostrum, dove il governo ha deciso di contrastare le operazioni di ricerca e salvataggio delle ONG che vi operavano.

Quelle vite, quelle sofferenze di donne, bambini e uomini, gravano sulla coscienza del governo italiano, in primis su quella del ministro degli interni che ha preso accordi con il governo libico (quale governo, poi) per far sì che i migranti non morissero nel mar Mediterraneo, ma sulle coste del Nord Africa.