Questa missione nei Balcani ha dato e ci ha restituito felicità e vogliamo condividerla con voi.
Nella cittadina bosniaca di Tuzla, lì dove si riversano i migranti respinti ai confini con la Serbia, abbiamo conosciuto un giovane migrante pakistano, ex campione di cricket.
Lui ci ha dato un’idea, noi abbiamo provato a realizzarla: portare, nei centri di accoglienza temporanea e negli accampamenti informali, il gioco, qualcosa che andasse al di là del materiale necessario al sostentamento umano.
Ci sono spazi bianchi, a volte interminabili, a scandire la vita delle persone in movimento e spesso ci si dimentica che siano esseri umani con bisogni che vanno al di là di quelli primari e un’esistenza che non si completa nell’attesa di attraversare un confine o di ottenere un documento.
Nel subcontinente indiano, già Impero britannico, il cricket è lo sport nazionale. Anche gli ex migranti che oggi vivono in Italia hanno negli anni fondato squadre e campionati. E la nazionale italiana ha come capitano Gayashan Munasinghe, nato in Sri Lanka, oltre a diversi giocatori originari dell’Asia meridionale.
L’idea ha avuto successo, il Roma Club Capannelle ha aderito, e così la nazionale del Galles, la comunità pakistana di Roma, l’ambasciata del Regno Unito. Hanno donato divise da gioco, guantoni, palle e mazze.
E noi li abbiamo portati lì!
Il risultato è tutto ciò che che sprigiona da questo scatto!
Qualcuno l’ha raccontatohttps://www.repubblica.it/…/cosi_l_onlus_baobab_ha…/ Mostra meno