Ci scrive Nino, amico del Baobab e una vita dedicata ad aiutare chi ha bisogno, attraverso l’associazione Cittadinanza e Minoranze (http://www.cittadinanzaeminoranze.it/).
Ci dice che il 15 di questo mese riaprirà la Lavanderia “Di Nuovo”, di proprietà di Carlos (https://www.facebook.com/DiNuovoSpinaceto), costretta a chiudere dal pregiudizio antizigano e da una pandemia che tutto è (stata) meno che democratica.
Carlos è nato a Roma, figlio di una madre e un padre di origini bosniache, di etnia Rom.
Aveva un progetto, ha studiato, ha acquisito la licenza di tecnico di lavanderia – come prescrive la legge quale requisito all’apertura dell’esercizio – e ha realizzato il suo obiettivo.
Ma è Rom.
E dei Rom, si sa, non c’è da fidarsi: “neppure sanno cosa sia l’igiene”, “se gli porti un capo prezioso, sicuramente lo fanno sparire” e “chissà quale giro d’affari losco alimentano con la gestione di una lavanderia”.
Sono poche le famiglie del quartiere che scelgono di servirsi da Carlos.
Nell’emergenza sanitaria i pochi diventano troppo pochi
Eppure Carlos ci vuole riprovare, convinto della qualità del suo lavoro e dei prezzi vantaggiosi.
“Caro Baobab, ci dai una mano?”
No, non VI diamo una mano; CI diamo una mano,vicendevolmente: il tempo di qualche telefonata e organizziamo un carico di coperte bagnate e sporche di polvere e pioggia.
Carlos passa a ritirarle, da Spinaceto, per consegnarcele pulite e igienizzate, pronte a essere ridistribuite a Piazzale Spadolini.
Come dice Nino, “una mano lava l’altra”…
Ma quanta bellezza c’è in un tappeto di coperte colorate, donate dalla cittadinanza e igienizzate da una lavanderia Rom, stese a formare il pavimento di una moschea a cielo aperto, improvvisata per il Ramadan a Tiburtina Est?!?
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