Referendumania

Che nel 2020, in una società sempre più plurale e a livelli di complessità crescenti, il dibattito ruoti intorno a una riduzione della rappresentanza politica parlamentare è sconfortante.

Viene portata avanti una battaglia a favore di un taglio netto dei rappresentanti, mortificando il principio democratico di delega, anziché pensare di intervenire sugli elementi patologici ma congiunturali che col tempo hanno svuotato di concretezza il concetto stesso di mandato elettorale e svilito la legittimazione popolare del Parlamento tutto.

Speravamo finalmente in un’azione che desse voce alle minoranze vive ma ancora silenti presenti nella nostra società composita.

Attendevamo un ampliamento e una valorizzazione, anziché lo svilimento, degli spazi di partecipazione diretta e indiretta alla vita istituzionale del Paese sia per chi può – ormai quasi solo sulla carta – scegliere i propri rappresentanti negli organi elettivi sia per chi, pur facendo parte e contribuendo alla vita culturale ed economica del nostro paese, è tagliato fuori da ogni forma di rappresentanza politica.

Nel 2020, a fronte di oltre 5 milioni di stranieri residenti in Italia, che pagano i tributi sul reddito e versano i contributi previdenziali e assistenziali obbligatori, non parliamo né di ius soli e riforma della cittadinanza né di riconoscimento del diritto di elettorato attivo e passivo. E questo avviene in un ordinamento dove si è invece particolarmente vigili nel tutelare la facoltà degli italiani all’estero – a volte senza nessun legame col paese d’origine – di esprimere i propri interessi.
Si dibatte sulla “casta”, e contestualmente si dà per scontata la sua stessa esistenza, scegliendo di non metter mano alle disfunzioni intervenute nel rapporto democratico di delega e legittimando così l’esistenza di una politica settaria, irresponsabile e forte di mandati autoreferenziali.

Gia’ in ritardo su tutto, bisogna scongiurare quel passo indietro che minerebbe irrimediabilmente la possibilità di far tornare il Parlamento l’organo rappresentativo di tutte e di tutti.

Il tema non dovrebbe essere quanti debbano essere i parlamentari ma quanti individui e pluralità trovino voce e rappresentanza.

Un commento Aggiungi il tuo

  1. paolo filippini ha detto:

    Finchè non capiremo che la nostra patria è il mondo, le cose andrano sempre peggio

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