La strada è la VOSTRA scelta
Campidoglio, mercoledì 17 giugno 2020
Da tre mesi, a Roma, il circuito dell’accoglienza, già inefficiente, è ormai paralizzato.
Baobab Experience ha prodotto tre esposti e una lettera aperta: obiettivo è la denuncia della violazione da parte delle istituzioni, locali e centrali, dei diritti all’accoglienza e alla salute, individuale e pubblica.
Durante la fase1 e’ stata ottenuta la collocazione di sole 21 persone, a fronte della presenza a oggi a Piazzale Spadolini di circa 150 persone.
Per il resto, false promesse disattese, in un rimpallo di responsabilità disarmante.
Rifugiati e titolari di protezione internazionale, esseri umani che DEVONO essere protetti ed accolti dallo Stato, migranti transitanti che hanno trovato i confini interregionali bloccati per l’emergenza covid sono rimasti in strada, esposti al contagio e senza un luogo dignitoso in cui vivere: unico supporto quello di volontari e cittadinanza responsabile, a colmare il vuoto delle amministrazioni competenti.
Finito il lock-down, per due settimane consecutive, le stesse persone costrette a una vita di strada hanno dovuto subire sgomberi e interminabili “identificazioni”, da parte delle forze dell’ordine.
È un corto circuito perfetto: l’Amministrazione che nega agli aventi diritto ogni possibilità concreta di accedere alle misure di accoglienza ordinaria o emergenziale è la stessa che promuove gli sgomberi.
Smaterializzarsi non è possibile. La dispersione di una comunità significa indebolire i singoli ed esporli al rischio di violenze e raggiri. E se è una guerra di nervi, si vince facile con esseri umani ridotti allo stremo da un passato di abusi e un presente di violenza subdula.
Servono con urgenza soluzioni concrete, rispetto dei diritti e responsabilità politica.
Se il Dipartimento Politiche Sociali non modifica immediatamente un sistema notoriamente fallimentare di accoglienza e presa in carico – a partire dal blocco urgente delle fuoriuscite dai centri e dal rapido collocamento di almeno 100 persone aventi diritto)- le attività di natura volontaristica e sostitutive devono quantomeno trovare un riconoscimento, senza continue vessazioni.
Nel persistere di un immobilismo ormai colpevole chiediamo di identificare uno spazio dedicato all’alloggio almeno notturno per gli esclusi dal circuito istituzionale e all’orientamento – info-point e hub di prima accoglienza- dei migranti anche transitanti, con la garanzia di accesso a servizi medico-sanitari e di supporto legale, nonché di soddisfacimento dei bisogni essenziali per una vita dignitosa