Mentre sulle spiagge italiane va in scena il delirio “bacia rosari e DJset” del Ministro dell’Interno in Beach Tour – e, fortunatamente, anche i cori del dissenso – la #OceanViking di Medici Senza Frontiere e SOS MEDITERRANEE ha salvato 356 persone. La Proactiva Open Arms ha effettuato un secondo salvataggio e vaga per il Mediterraneo, non distante da Lampedusa, con 151 uomini, donne e bambini. Ad entrambe è stato negato l’attracco in un #portosicuro mentre continuano gli sbarchi invisibili.
507 persone, con nomi, storie, famiglie in pena per il loro destino, sono lasciate in alto mare dal Governo italiano e dall’Europa come merce indesiderata, come esseri umani di serie B. E’ raccapricciante, mentre l’eccidio in Libia, nel mediterraneo, nel deserto e alle frontiere non si ferma, anche nelle nostre città è in atto una progressiva soppressione dei Diritti Umani, l’affermazione di una nuova apartheid con violenze razziste all’ordine del giorno e politiche di sicurezza persecutorie mirate agli stranieri e ai nullatenenti.
L’estrema destra accusa le ONG di essere colluse coi trafficanti: accuse che non trovano alcun riscontro nelle indagini dalla magistratura. Nel frattempo, però, a foraggiare i carcerieri che fanno affari con gli scafisti in Libia, tra torture, stupri, abusi continui e ora in guerra civile, è proprio lo Stato italiano, in combutta con l’immobile e pavida Unione Europea. Con lo stesso denaro e lo stesso tempo si sarebbero potute trovare centinaia di soluzioni migliori, rispettose della persona e dei diritti. Si poteva cambiare Il Regolamento di Dublino, ma no, tutto questo orrore, questa paura e questo rancore servivano per la propaganda elettorale infinita di una classe politica indecente capace solo a trarre profitto dal dramma delle migrazioni ma anche della disoccupazione, dell’inadeguatezza delle politiche sociali, della carestia di prospettive e progettualità che sta immobilizzando e disumanizzando l’Italia e l’Europa.
Una crisi politica e umanitaria senza precedenti.
Nel 2015 quando abbiamo iniziato questa esperienza ci sembrava inaccettabile che a persone in pericolo venisse riservato, al loro arrivo, un trattamento disumano e degradante. Oggi ci rendiamo conto che la discesa della china è stata molto più veloce di quanto potessimo mai aspettarci e che purtroppo non si fermerà se la società civile non gli farà resistenza e opposizione.
Se non difenderemo noi stessi i diritti umani sanciti in regolamentazioni internazionali, come il salvataggio marittimo, l’asilo e la protezione umanitaria, prima o poi, li perderemo anche noi.
Pensiamo di essere al sicuro nelle nostre case o nei luoghi di vacanza in cui molti sono in questi giorni ma in realtà siamo tutti in alto mare, in pericolo.
Le ONG non stanno salvando solo i migranti stanno salvando tutte e tutti noi.
Foto di Valerio Nicolosi e Francisco Gentico a bordo della Open Arms