Per non dimenticare un anno di #chiudiamoiporti, lanciamo salvagenti non solo hashtag.

Dopo un anno di governo Lega e 5 stelle nessuno è più sicuro, nessuno è più ricco, nessuno è più felice.
Il ritornello “lasciamoli lavorare” mentre demoliscono un intero Paese non suona più così intelligente e democratico.
E’ passato un anno dal 10 giugno del 2018, quando il Ministro dell’interno ha lanciato come un’arma impropria tra persone malinformate e incattivite dal rancore l’hashtag #chiudiamoiporti, ma nessun Decreto Ministeriale è stato mai emanato per la loro chiusura: da un anno subiamo un abuso e una violazione del diritto nazionale e internazionale che costituisce un precedente gravissimo per la salvaguardia dei diritti umani universali, che sono i diritti di tutti a prescindere dalla nazionalità, dal reddito o dalla fortuna. E che offre anche la misura dell’artificio con cui si tiene in piedi un governo fantoccio. Bufale sui social diffuse con campagne di sponsorizzazione di migliaia di euro (124mila spese solo per le Europee dal Ministro Salvini e indirizzate ai più giovani), pressapochismi fatti hashtag che degenerano in insulti, un vero e proprio assist costante allo scontro verbale e fisico che ha fomentato discriminazione razziale, religiosa, politica, sessuale.

Abbiamo di fronte un quadro drammatico, cittadino e nazionale, e non possiamo tirare avanti facendo finta di niente. Gli effetti della propaganda e di un anno di mal governo li stiamo pagando tutti, assistendo “mazziati” alla deriva non solo economica che cannibalizza i servizi sociali e le infrastrutture, che inquina e ridicolizza il dibattito politico nazionale e internazionale.
Non solo le persone migranti, costrette nei centri di detenzione libici alla mercé dei trafficanti che prima li detengono sotto tortura e poi li abbandonano in mare su mezzi fatiscenti nell’unica speranza che affondino scoraggiando gli altri a fare la traversata, sono vittime di questo disegno folle. SeaWatch, Mediterranea, Diciotti e tanti altri che siano Ong o corpi dello Stato, la scure ha colpito in modo trasversale tutti.
Una strategia dell’orrore, adesso finalmente denunciata anche alla corte internazionale dell’Aja, che sta annientando anche il più basilare senso di umanità, fatta di notizie false, accanimento poliziesco e legislativo verso i migranti e le persone e le associazioni non governative a loro solidali.

Gli sbarchi continuano e anche se il numero di chi arriva appare diminuito, la percentuale di chi muore annegato cresce vertiginosamente ogni giorno di più in assenza di imbarcazioni di soccorso o di corridoi umanitari.
Il veto all’attracco è stato usato come mezzo di campagna elettorale, non solo dai ministri dell’Interno e delle infrastrutture attuali , ma anche dal precedente Governo PD su cui pesa l’ideazione e la firma del codice di comportamento imposto alle ONG dall’ ex ministro Minniti. Una piaga, quella della ricerca dissennata di consensi a destra, che sta infettando il senso stesso della politica di governo.

Per quanto dovremo ancora tollerare questo clima infame e nefasto, che ha dichiarato guerra all’accoglienza favorendo la clandestinità invece di sconfiggerla attraverso l’inclusione? Che indebolisce lo Stato sociale mettendo in ginocchio tutti senza liste di priorità?
Vogliamo un Paese che rispetti davvero tutti i cittadini e le cittadine, che faccia di questa nostra terra, una terra di cultura, di civiltà e accoglienza, che costruisca benessere e opportunità per tutte e tutti.
Vorremmo dopo un anno, dopo anni di duro lavoro insieme all’altro, poter cambiare finalmente pagina.

Apriamo, #ApriteiPorti quelli concreti, quelli mentali, quelli dell’umana solidarietà.

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