“È UNA SITUAZIONE VERGOGNOSA … LE PERSONE NON POSSONO PRENDERE L’AUTOBUS ALLA FERMATA” ENNESIMO SGOMBERO AL PRESIDIO.

Questa mattina alle 7 la consueta retata di polizia ai danni di migranti e volontari presenti a piazzale Giovanni Spadolini. Il bilancio? 8 persone fermate e portate all’ufficio immigrazione e tre attiviste minacciate. “è una situazione vergognosa, le persone non possono prendere l’autobus alla fermata” una delle motivazioni della Commissaria a capo della operazione, a giustificare l’accanimento persecutorio nei confronti di migranti e rifugiati che si stavano svegliando dopo la terza notte passata all’addiaccio all’indomani della chiusura dell’accoglienza straordinaria messa in campo per l’inverno.

Dal 10 aprile, dopo la chiusura del piano “emergenza freddo”, circa 100 persone che erano state accolte per la notte in stazione e in altre strutture tra l’VIII e il I municipio, erano tornate a dormire in strada. Circa 65 avevano trovato riparo sotto la pensilina della stazione Tiburtina. Sono richiedenti asilo che devono applicare la procedura, i cosiddetti “dublinati” (persone che in applicazione del Regolamento di Dublino sono state rispedite in Italia da un altro Paese europeo), ma nella maggior parte dei casi persone con protezione umanitaria in attesa di rinnovo, e fuoriusciti dal sistema di accoglienza.

Siamo stati presenti monitorando e offrendo, oltre al supporto legale e sanitario, pasti e quanto necessario per affrontare di nuovo la vita in strada, con l’essenziale per la notte. Abbiamo cercato di organizzare il nostro supporto come potevamo. Ogni ragazzo aveva una busta nera con su scritto il proprio nome, dentro la quale erano conservati i propri effetti personali, i pochi vestiti, le coperte per coprirsi la notte, che ogni mattina raccoglievamo riconsegnandole la sera.

Il “Nucleo Decoro” dell’AMA, intervenuto al fianco della Polizia, stava crudelmente buttando anche queste buste, senza alcuna pietà e rispetto per la dignità dei ragazzi e nei fatti incrementando la loro frustrazione. Siamo intervenuti letteralmente strappando via queste buste dal furgone dell’AMA diretta al macero.

La reazione delle forze dell’ordine, tra insulti e minacce, ha di nuovo cercato di spazzare via vite umane per ripristinare un falso decoro privo di umanità. “sono due anni che ce rompete il cazzo” ha tuonato un funzionario di polizia intervenuto stamattina. Noi ci chiediamo invece come mai in due anni continuiamo ad essere gli unici a prenderci cura di esseri umani, vittime di razzismo istituzionale e di una atroce burocrazia che li trascina in un limbo giuridico senza uscita. Molti dei ragazzi sono bloccati in attesa della definizione dei procedimenti amministrativi che la questura colpevolmente boicotta, allunga e omette. Comportamenti che sono stati più volte censurati dalla magistratura alla quale in molte occasioni ci siamo rivolti ma che continuano a perpetrare.

Questo dimostra per l’ennesima volta che affrontare problematiche sociali in modo emergenziale senza mettere a sistema un reale processo di inclusione che parta dalla prima accoglienza è destinato a fallire e a creare problemi lì dove sono invece facilmente realizzabili soluzioni non solo a breve termine. In due anni nessuna istituzione ha risposto in modo strutturale analizzando questa questione sociale che da anni denunciamo. Quello che è successo stamattina ha il volto feroce e infame dell’accanimento, della persecuzione senza pietà. Ormai non si contano più le operazioni di polizia nel quadrante della stazione che hanno come risultato quello di identificare e rilasciare i migranti che nei fatti hanno tutto il diritto di permanere sul territorio ma a non essere accolti evidentemente.

Capiremo nelle prossime ore come riorganizzarci e oggi aspetteremo il ritorno dei ragazzi al presidio. Daremo indicazioni a quanti vorranno sostenerci molto presto. Stay tuned.

 

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