A cosa serve il presidio di Baobab Experience alla Stazione Tiburtina?

La Stazione Tibutina è uno snodo di transito per i cittadini italiani ma anche per i cittadini stranieri di tutto il mondo.

Alcuni sono viaggiatori di prima classe, altri sono destinati a una classe tanto bassa da non riuscrire a dargli un numero. Hanno mete e destini diversi ma tutti hanno bisogno di informazioni e assistenza per non rimanere intrappolati in un vero e proprio imbuto tra la Stazione e la loro destinazione, qualunque essa sia.

Il rischio per i viaggiatori di serie B non è di perdere un treno ma l’emarginazione, l’abbandono e la disperazione.
Alla Stazione ci sono ‘infopoint’ per tutti, tranne che per i migranti, ci sono bagni pubblici ma solo se hai 1 euro per poterli usare, ci sono caffetterie e salottini riservati ai viaggiatore VIP. Questa mastodontica stazione è moderna solo nella forma, la concezione del viaggiatore alla sua base invece è antica e retrograda. Come le politiche per l’accoglienza di questa città, come i non valori alla base della visione reazionaria delle relazioni sociali messa in atto dal Governo, non solo verso i cittadini stranieri più poveri ma anche verso le donne, gli omosessuali, gli oppositori politici.

Tutto questo è chiaramente inaccettabile e sentiamo la necessità di una risposta concreta sul campo.

La maggior parte degli assistiti è vittima di violazione dei diritti umani, di torture, di guerre, di un sistema vetero e neo coloniale nei Paesi d’origine che ne ostacola l’autodeterminazione. Sono lavoratori che politiche miopi e corrotte hanno interesse a far rimanere invisibili e indesiderati al tempo stesso.

Con il Presidio di Baobab Experience offriamo prima di tutto informazioni, rispondiamo alle domande e alle esigenze di questi viaggiatori bistrattati.
Cerchiamo di:
– trovare collocazione in strutture adibite all’accoglienza notturna quando possibile, altrimenti forniamo sacco a pelo e coperte per la permanenza in strada
– informare e orientare nelle pratiche legali per il rinnovo o l’ottenimento dei documenti quando mancanti.
– offrire un pasto, vestiti puliti e momenti di socializzazione con i corsi di lingua, le visite d’arte guidata, lo sport.
– rendere possibili percorsi di inclusione: a chi sceglie di rimanere a Roma come a chi è costretto a rimanerci per la mancata riforma del trattato di Dublino, offrendo supporto e orientamento al lavoro e alla formazione.

Vogliamo che le persone escano dalla trappola di questa stazione ferma nel tempo, non che spariscano per magia o per effetto di persecuzione e discriminazioni ma che siano padrone del loro destino, coscienti dei propri diritti, così da poter raggiungere la loro meta.

Per questo resistiamo e continuiamo a stare qui.

 

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