H. è arrivato un mese fa in Sicilia, non parla una parola di italiano, francese, inglese, parla solo arabo ma è probabilmente analfabeta.
Sono giorni che dorme sotto un ponte della Tiburtina, ha diciassette anni e non ha documenti.
H. è un invisibile.
E’ arrivato al presidio ieri pomeriggio e ha chiesto il nostro aiuto.
Fa già molto freddo. Fa freddo perché è inverno e fa freddo perché è tutto sbagliato.
Tutto da ricostruire, da immaginare di nuovo ma subito, stretti intorno a un obbiettivo comune: vivere in pace le nostre vite, in un senso di sicurezza che sia fondato sulla giustizia sociale, sui diritti e sulle opportunità per tutti, nessuno escluso. Non sul narcisismo nichilista della devastazione senza progetti che non siano muri e cancellate, della società armata che si fa giustizia da sé. Altre sono le armi di difesa per una comunità che voglia crescere sana.
Il punto di arrivo un giorno sembra a portata di mano, un giorno è così lontano che ti sembra di essere tornato al via. E noi, con 27 sgomberi all’attivo, al via siamo tornati tante volte ma è difficile dire che stiamo perdendo. Non abbiamo perso un solo giorno; ogni azione, ogni gesto ha alla fine avuto il suo senso, microscopico e immenso.
H. è poco più che un ragazzino, è silenzioso, inespressivo ma i suoi occhi parlano.
Il Diritto tutela i minori e potrà essere inserito in una casa famiglia. La legge vuole che alla richiesta di aiuto di un minore senza documenti esso sia immediatamente accompagnato in commissariato e affidato alle forze dell’ordine per l’identificazione e l’accompagno dalla famiglia qualora ce l’abbia o in una struttura d’accoglienza designata a chi non ha ancora raggiunto la maggiore età. Non è il primo minore non accompagnato che orientiamo in questo percorso. Così abbiamo fatto con H. dopo aver messo insieme i suoi dati e alla sua richiesta.
Al Commissariato un agente ci accoglie con immotivata esasperazione e un invito per noi inaccettabile a trovare un altro commissariato in cui effettuare l’identificazione. Siamo tutti stanchi è vero ma non bisogna arrendersi alla disumanità da un lato e dall’altro della “barricata”.
H. alla fine è stato identificato, affidato allo Stato Italiano e accolto in una casa famiglia.
Per lui non sarà facile ma speriamo sarà fortunato perché purtroppo molto in questo Paese è ancora in mano alla casualità. E quando si parla di diritti, di diritti di minori, la casualità è sempre intollerabile.
In casi come questi ci chiediamo sempre e se non ci fossimo stati noi?
E’ una responsabilità che ci chiama ogni momento e da cui non possiamo defilarci. Noi vogliamo continuare ad esserci per H. e per tutti quelli che avranno necessità. Per questo chiediamo che le Istituzioni, il Comune di Roma e Ferrovie dello Stato rispondano presto alla nostra richiesta.
La nostra petizione- change.org/Accogliamo -ha raggiunto oltre 6.000 firme in pochi giorni ma siamo ancora lontani. Abbiamo bisogno di tutto il vostro sostegno, di un impegno in più per costruire con coraggio un nuovo senso di comunità che riparta dall’accoglienza, dall’altro che quando è sconosciuto, è sempre straniero.
E senza diritti diventa invisibile.
In foto il gelo a Piazzale Spadolini, dove dormono all’addiaccio ancora 41 persone, invisibili a molti ma non a noi.
Grazie in questa società razzista siete un conforto
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