-4: Alla discussione alla Camera del D.L. SALVINI
LO SMANTELLAMENTO DEL SISTEMA SPRAR
Il fine di questo Governo sembra proprio essere quello di aumentare le tensioni sociali per governare l’insicurezza attraverso ulteriori politiche repressive e razziste.
Basti pensare che il decreto Salvini sancisce lo smantellamento del sistema Sprar (sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati), unico modello che stabilisce standard minimi di erogazione dei servizi e controlli analitici sulla spesa.
Il decreto, infatti, prevede che d’ora in poi gli Sprar siano destinati solo a titolari di protezione internazionale e ai minori non accompagnati, mentre i richiedenti asilo ed i “ricorrenti” (coloro che hanno presentato ricorso contro il diniego della commissione) sono confinati in centri governativi di prima accoglienza o nei cosiddetti CAS, i centri di accoglienza straordinaria.
Questi ultimi possono essere gestiti sia da enti no profit che profit e in tantissimi casi si sono tradotti in enormi strutture dove i migranti sono stati costretti a vivere in delle condizioni indegne, senza minimi servizi erogati.
Appare assurdo, dunque, potenziare un sistema fallimentare come quello dei centri straordinari a danno del sicuramente più virtuoso modello Sprar.
Ma cosa produrrà questa riforma dello Sprar nei nostri territori?
L’assessora alle politiche sociali del Comune di Roma, Laura Baldassarre (dunque non proprio una nemica di Salvini, trovandosi lei stessa in un governo della città a cinque stelle) ha espresso forti preoccupazioni rispetto a tale provvedimento, evidenziando come lo smantellamento di tale sistema porterebbe, solo nella Capitale, all’espulsione di 1059 persone dallo Sprar. Ciò produrrà, a detta della stessa assessora, una duplice conseguenza: che i servizi sociali si dovranno fare carico di queste persone e che aumenteranno le situazioni di illegalità. Ma, nel frattempo, lo stesso Comune di Roma non esita a sgomberare sia occupazioni abitative simbolo di riappropriazione dei diritti e di rigenerazione urbana sia presidi di solidarietà come Baobab Experience, senza dare alle persone presenti alcuna alternativa.
Dunque, tanto l’abolizione della protezione umanitaria quanto la riforma dello Sprar, avranno come prima ed immediata conseguenza la creazione di un esercito di “invisibili” che tenterà di trovare rifugio in accampamenti informali nelle periferie delle nostre metropoli.
Accampamenti che alcune città, come Roma, già conoscono bene.
Sono i luoghi come via di Vannina, via Raffaele Costi, l’ex Fabbrica della Penicillina: veri e propri inferni dove le persone sopravvivono tra cumuli di rifiuti, amianto, infestazione di blatte e topi. Persone rese marginali e costrette ad una precarietà giuridica, lavorativa, esistenziali. Donne e uomini ricattabili, carne da cannone per i caporali delle campagne o per le organizzazioni mafiose presenti nei territori.
Per questo, continueremo a dire fino alla fine che questo decreto è una bomba sociale pronta ad esplodere!
#SpegniLaMiccia –> Scendi in piazza con noi il 23 Novembre!
#indivisibili