Prima arrivarono le ordinanze contro i mendicanti, legittimate dal decreto Minniti che proponeva per loro anche il “daspo urbano” dai luoghi-vetrina delle nostre città.
Ora, ecco, un ulteriore salto di qualità della guerra ai poveri, con la previsione del reato di “accattonaggio molesto” accompagnato da una pena fino a 6 mesi di reclusione ed una ammenda fino a 6.000 euro.
D’altronde ha senso incarcerare gli accattoni e comminarli ingenti pene pecuniarie, data la loro insita pericolosità sociale ed i loro ingenti patrimoni da poter intaccare, no?
Forse è bene ricordare che numerose sono state le sentenze della Corte Costituzionale che hanno affermato come l’accattonaggio non possa costituire reato. In particolare, in una sentenza del ’95, la Corte sottolineava come “gli squilibri che caratterizzano le società più avanzate producono condizioni di estrema emarginazione, sì che non si può non cogliere con preoccupata inquietudine l’affiorare di tendenze volte a “nascondere” la miseria e a considerare le persone in condizioni di povertà come pericolose e colpevoli”.
“Nascondere la miseria” è proprio quello che questo nuovo reato intende fare.
Si stigmatizza la povertà che diviene una colpa dell’individuo, negando ciò che realmente è: una conseguenza delle politiche degli ultimi trent’anni, un problema sociale da affrontare solo ed esclusivamente con necessari strumenti di welfare.
Ma il Governo italiano, di fronte alle disuguaglianze sempre crescenti, dove i ricchi diventano sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri, decide di aumentare le misure repressive invece che quelle sociali.
Così la povertà diventa una condanna a vita (in soli quattro anni cresce di quasi 8.000 il numero delle persone che rimangono bloccate nella condizione di homeless per più di un biennio, rendendo di fatto impossibile la fuoriuscita dallo status di senzatetto) ma anche una condanna a morte (sono i senzatetto che muoiono nelle strade delle nostre città. Invisibili in vita e ancor più nella morte: non vi sono dati ufficiali degli homeless deceduti in questi anni).
Tutto questo in un quadro in cui le disuguaglianze sociali continuano ad aumentare.
Secondo il rapporto del gennaio 2018 di Oxfam: L’82% della ricchezza registrata nel 2017 è finita nelle mani dell’1% più ricco; lo 0% della ricchezza registrata nel 2017 è finita nelle mani del 50% più povero.
Davvero vogliamo vivere in una società dilaniata dalle disuguaglianze e dalla povertà, in cui chi si trova in stato di bisogno viene punito e non aiutato?
Davvero siamo così offuscati dalla sterile “sicurezza urbana”, da non capire che l’unica sicurezza possibile è quella dei “diritti”?
Il decreto Salvini non risolve i problemi ma li crea e li acuisce. E’ una bomba sociale pronta ad esplodere. Spegni la miccia: scendi in piazza con noi!
Avrei da dire tanto ma oggi non ha più senso esprimere giudizi su governanti che al più potrebbero essere paragonati ad esseri bisognosi di studiare con la massima attenzione la Storia. Dico solo che le sinistre tutte dovrebbero unirsi ai lavoratori e ridare spazio alla dignità sociale.
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