Donna, 24 anni, eritrea, una figlia di nemmeno due e uno di sei settimane.
Viaggia sola coi suoi pochi bagagli e quello, troppo pesante, di tante responsabilità e speranze.
Ha conosciuto la prigione in Egitto, le violenze sessuali, le torture; quelle torture che le hanno lasciato ustioni dal collo in giù, su tutto il tronco, quelle stesse torture che le impediscono di allattare da un seno, quello dove le scosse elettriche le hanno bruciato i condotti lattiferi e ora la costringono a prendere antibiotici e a nutrire suo figlio col latte artificiale.
Ed è stata fortunata, paradossale ma vero, perchè qualcuno si è preso cura di lei e dei suoi figli, perchè qualcuno pensa che le persone vengano prima di tutto, perchè qualcuno pensa che lei sì che dovrebbe fare una crociera, una crociera da regina però, che la premi per il suo enorme coraggio.
Quel coraggio che ieri a Roma, dopo solo una settimana di sosta necessaria per curarsi, l’ha fatta salire su un pullman diretto a Ventimiglia e poi chissà.
Donna, 24 anni,eritrea, una figlia di nemmeno due e uno di sei settimane.
Si chiama Lette.