Ramadan Kareem- Il valore universale della generosità

Pensate alla vostra famiglia: tre, cinque, sette persone che convivono sotto lo stesso tetto; i momenti di festa e di gioia e le incomprensioni invece, quando le cose non vanno.

E ora pensate a una famiglia di 300 persone. Qui siamo cristiani, buddisti, atei, evangelici, ebrei, ortodossi, musulmani, animisti e chi più ne ha più ne metta. Donne, giovani, bambini, anziani. Tra volontari, attivisti e transitanti, uniamo tutti i continenti, tutte le lingue possibili per comunicare, decine di culture, tradizioni.

E non è facile si capisce, siamo coscienti che a volte la nostra è una missione disperata, ogni giorno superiore alle nostre forze, alle nostre aspettative. Ma non possiamo perdere le nostre speranze, non possiamo e non vogliamo fermarci qui. Decoriamo le nostre tende e ci mettiamo il vestito migliore per la festa e tra mille difficoltà, l’indifferenza delle Istituzioni alle nostre denunce, questa strampalata e multireligiosa famiglia, sintesi estrema dell’umanità, riesce comunque a sedersi a tavola ogni sera, dopo il tramonto. Il Ramadan, mese islamico di digiuno diurno, astinenza purificatoria e preghiere, è iniziato da diversi giorni. Lo facciamo qui, sotto il cielo di Roma, lo stanno facendo alle frontiere con l’Ungheria, nei lager libici, a Idomeni, a Ventimiglia, tra le macerie in Siria, su un gommone alla deriva nel Mediterraneo.

Nonostante tutto, ogni sera, qui a Piazzale Maslax, pur essendo laici nella nostra missione, come abbiamo festeggiato il Natale, riusciamo ad onorare un precetto che sentiamo vicino: sii generoso, apriti al dialogo, alla pace, e soprattutto spera, esprimi al cielo i tuoi sogni, i tuoi desideri. E noi la generosità la conosciamo bene, grazie non solo ai cittadini ma anche ai commercianti di Roma che ci donano l’invenduto la sera sulle nostre tavole traballanti c’è aria di festa.

La pizza dei forni “Bakery House” di via Casal Bertone, via Tor De’ Schiavi e via Casilina, le insalatone dell’Associazione iberica No Name Kitchen che da settembre scorso vive con noi la vita del campo portando non solo acqua e cibo ma anche abbracci e grandi sorrisi, il sostegno di Oneworldkitchen e della catena Hummustown che al tramonto distribuisce piccoli panieri di conforto a chi segue il Ramadan.

‘Kareem’ significa generoso, è un augurio. Speriamo che questo mese sia generoso con tutte e tutti noi ma soprattutto con ci governa, che gli doni, la lungimiranza, l’umanità che riconosciamo ogni giorno in semplici cittadini e che invece a loro manca per meritare il ruolo che rivestono.

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