PER SEMPRE COINVOLTI
Si é conclusa ieri l‘Udienza del Tribunale Permanente dei Popoli, riunita a Palermo per la “Sessione sulle violazioni dei diritti delle persone migranti e rifugiate e la loro impunità”. Baobab Experience é stata chiamata, insieme ad altre associazioni, per portare le testimonianze di alcuni degli oltre 70.000 migranti transitati dai nostri presidi dal 2105. Il verdetto é stato emesso dopo tre giorni intensi e difficili, perché non ci abitueremo mai ai racconti di morte, tortura, soprusi e violenze che queste persone subiscono durante il loro viaggio verso “la speranza”, complici le politiche del nostro Stato e dell’Unione Europea.
A Parigi, il 4 e 5 Gennaio, saranno giudicate, invece, le politiche europee riguardanti i confini interni all’Unione. Porteremo anche lì la nostra testimonianza e sarà di nuovo una ferita da riaprire. Come quella per la perdita di Maslax, nostro amico, vittima del cinismo burocratico del Trattato di Dublino. Non ci abituiamo all’orrore, non dimentichiamo le storie di chi abbiamo incontrato, continuiamo a lottare.
A Palermo i Giurati si sono così espressi:
“Il Tribunale Permanente dei Popoli, riunito nella sessione di Palermo dal 18 al 20 dicembre 2017 – considerati i molteplici elementi di prova testimoniale emersi e i documenti acquisiti, valutati gli atti ufficiali italiani e dell’Unione Europea, preso atto delle dichiarazioni rese dai vertici del Governo in replica o risposta ai rilievi formulati in più sedi, anche da parte di esponenti delle Nazioni Unite – valuta che:
– le politiche dell’Unione Europea sulle migrazioni e l’asilo, a partire dalle intese e dagli accordi stipulati tra gli Stati dell’Unione Europea e i Paesi terzi, costituiscono una negazione dei diritti fondamentali delle persone e del popolo migrante, mortificandone la dignità definendoli “clandestini” e “illegali” e ritenendo “illegali” le attività di soccorso e di assistenza in mare;
– la decisione di arretrare le unità navali di Frontex e di Eunavfor Med ha contribuito all’estensione degli interventi della Guardia costiera libica in acque internazionali, che bloccano i migranti in viaggio verso l’Europa, compromettendone la loro vita e incolumità, li riportano nei centri libici, ove sono fatti oggetto di pratiche di estorsione economica, torture e trattamenti inumani e degradanti;
– le attività svolte in territorio libico e in acque libiche e internazionali dalle forze di polizia e militari libiche, nonché dalle molteplici milizie tribali e dalla c.d. “guardia costiera libica”, a seguito del Memorandum del 2 febbraio 2017 Italia-Libia, configurano – nelle loro oggettive conseguenze di morte, deportazione, sparizione delle persone, imprigionamento arbitrario, tortura, stupro, riduzione in schiavitù, e in generale persecuzione contro il popolo dei migranti – un crimine contro l’umanità;
– la condotta dell’Italia e dei suoi rappresentanti, come prevista e attuata dal predetto Memorandum, integra concorso nelle azioni delle forze libiche ai danni dei migranti, in mare come sul territorio della Libia;
– a seguito degli accordi con la guardia costiera libica e nell’attività di coordinamento delle varie condotte, gli episodi di aggressione denunciati dalle ONG che svolgevano attività di ricerca e soccorso nel Mediterraneo, sono ascrivibili anche alla responsabilità del governo italiano, eventualmente in concorso con le agenzie europee operanti nello stesso contesto;
– l’allontanamento forzato delle navi delle ONG dal Mediterraneo, indotto anche dal “codice di condotta” imposto dal governo italiano, ha indebolito significativamente le azioni di ricerca e soccorso dei migranti in mare e ha contribuito ad aumentare quindi il numero delle vittime.”