Venerdì una delegazione di Baobab Experience e’ partita in direzione Bellinzona, per prendere parte alla manifestazione “14 ottobre: Insieme per i diritti di tutti e di tutte” a sostegno di Lisa Bosio, deputata socialista ticinese incriminata per il reato di solidarietà.
Abbiamo approfittato per passare da Como, facendo la consueta sosta alla parrocchia di San Martino a Rebbio, prima, e all’Autosilos, poi.
Da questa estate Don Giusto può accogliere solo donne e bambini, quindi tutti coloro che debbono fermarsi qui e che non sono rientrati nel campo della Croce Rossa o sono fuori dal circuito dell’accoglienza vengono presi in carico dall’associazione Como senza frontiere.
il Comune, con la giunta composta da Fratelli d’Italia e Lega, dopo aver sgomberato il campo informale al Parco della stazione, ha concesso di utilizzare parte dell’Autosilos durante la notte. A patto che entro le prime ore del mattino spariscano migranti, coperte ed effetti personali, per non urtare la sensibilità dei benpensanti locali.
Siamo arrivati verso sera, i materassi già disposti sul pavimento e circa settanta migranti presenti, alcuni già stesi sotto le coperte, altri inquieti ancora in movimento. Buio pesto, non arriva elettricità qui, ne’ acqua corrente. E inizia a far freddo. La prossima settimana la temperatura scenderà e le minime toccheranno i 3 gradi. Ma si naviga a vista: sappiamo bene cosa significhi andare avanti un passo per volta.
Aiutiamo i volontari a portare dentro taniche d’acqua e thermos di latte, ma nonostante questo i ragazzi ci accolgono con sospetto. Sono stanchi e provati, si moltiplicano i segnali preoccupanti di stress, ci raccontano i volontari dell’associazione, alcuni straparlano, altri si chiudono in se stessi.
Fino a pochi giorni fa, trascorrevano il loro tempo sospeso a San Rocco, ma l’amministrazione ha tolto le panchine e tagliato l’albero per rendere lo slargo del tutto inospitale. Ora i ragazzi si aggirano tutto il giorno senza meta e senza prospettive.
I trenta volontari dell’associazione si organizzano in turni per garantire presenza, assistenza medica e legale, ma il clima è ostile e gli ostacoli numerosi. Ci raccontano cose che potremmo raccontare noi, lo stesso sguardo, l’abnegazione, i problemi organizzativi, la consapevolezza che accanto all’impegno concreto e’ necessaria la denuncia, l’impegno politico, perché prima o poi la goccia riesca a scavare la pietra e ci sia finalmente un’inversione di tendenza.
“Bad life, italians no good”. Come biasimarli, visto che non sappiamo ne’ accoglierli degnamente garantendo prospettive, ne’ lasciarli andare via.
Ce ne andiamo promettendo di tornare presto, con un terribile senso di ingiustizia, impotenza e frustrazione, ma anche con la consapevolezza che finché ci saranno i Carlo, le Alice, ma anche le Elisabetta, le Sonia o gli Stefano, nessun migrante verrà lasciato solo. Verso il 21 ottobre accogliere #nonèreato
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