La mano sulla coscienza

Stasera, 26 settembre, il ministro Minniti sarà alla Città dell’Altra Economia, a Testaccio, per la Festa dell’Unità. Un passaggio obbligato del tour elettorale dopo la visita e gli applausi a scena aperta ricevuti ad Atreju, la kermesse di Fratelli d’Italia.

Palcoscenici non così diversi per il ministro degli interni che, in pratica, opera anche come ministro degli esteri, della difesa, responsabile dei servizi segreti e uomo di punta per la campagna elettorale del PD. E che, magari, in uno scenario distopico, potrebbe ritrovarsi a fare il presidente del consiglio già da Marzo 2018.

Stasera sarà una passerella: non c’è da aspettarsi un contraddittorio né domande scomode dai giornalisti presenti.
Domani ci sarà il solito refrain sui risultati ottenuti e sull’obiettivo raggiunto relativo al blocco degli sbarchi.

Bè, noi abbiamo la necessità di dire che non ci siamo cascati e non crediamo a questa storiella. E nessuno dovrebbe farlo.
Giornalisti, ONG, osservatori indipendenti e migranti hanno testimoniato cosa avviene in Libia, quali sono le reali condizioni nei centri di detenzione dove i migranti sono bloccati: un vero e proprio inferno.
E nonostante questo, si continua ancora a morire nel mare nostrum, dove il governo ha deciso di contrastare le operazioni di ricerca e salvataggio delle ONG che vi operavano.

Quelle vite, quelle sofferenze di donne, bambini e uomini, gravano sulla coscienza del governo italiano, in primis su quella del ministro degli interni che ha preso accordi con il governo libico (quale governo, poi) per far sì che i migranti non morissero nel mar Mediterraneo, ma sulle coste del Nord Africa.

Stasera, quindi, Minniti sarà ospite della festa del suo partito, dove probabilmente non avrà il coraggio di citare il gerarca fascista Italo Balbo come fatto di fronte alla Meloni, ma piuttosto rivendicando l’impegno dell’Italia nell’accoglienza ai migranti.

Noi sappiamo che c’è poco di cui andare fieri, come lo sanno le cittadine e i cittadini che si raduneranno dalle 20 in piazza Giustiniani, di fronte all’entrata del Macro. (Questo l’evento Facebook –>https://www.facebook.com/events/344881185939958/?ti=cl)

L’accordo con la Libia, firmato sulla pelle dei migranti, è solo una delle azioni messe in atto da Minniti per tenere lontano dagli occhi chi sta peggio, chi è disperato. La legge sulla sicurezza urbana, firmata con il ministro Orlando, non si distoglie da questa logica: senza tetto, ambulanti e marginalità sono visti come elementi di disturbo per il decoro urbano e possono essere allontanati dalle stazioni e dai luoghi centrali per essere relegati nelle periferie.

Lontano dagli occhi, lontano dal cuore.

Vogliamo ribadire che noi non cederemo mai all’inganno del ministro, che non crederemo alla sua propaganda e che ci batteremo sempre affinché nessuno sia costretto nell’invisibilità, in Italia come in Libia come nel resto del mondo.

Chi se la prende con gli ultimi ed è arrogante con i più deboli, è un vile e non vola.

Se lo appunti sulla scrivania, ministro.

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